Plastica in mare, Greenpeace: stop all’usa e getta

“Riciclare non basta più”. Quella delle plastiche e microplastiche in mare è “una crisi urgente e grave che molte grandi aziende hanno contribuito a creare, riempiendo con i loro prodotti e imballaggi in plastica usa-e-getta le nostre case, le nostre vite. E di conseguenza, i nostri mari”. A scriverlo è la ong ambientalista Greenpeace che ha lanciato sul suo sito una petizione per chiedere ai grandi gruppi dell’alimentare e dei detersivi di smettere di usare imballaggi di plastica monouso, che in gran parte non vengono riciclati e finiscono per inquinare l’ambiente.

In Europa ogni anno da 150.000 a 500.000 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono in mare e anche il Mediterraneo sta diventando una discarica. L’inquinamento da plastica può essere quasi invisibile, ma ugualmente pericoloso: tra 75.000 e 300.000 tonnellate di microplastiche vengono rilasciate nell’ambiente ogni anno in UE. Quasi sempre le microplastiche derivano dalla frammentazione di pezzi più grandi e da ingredienti come le microsfere (o microgranuli) contenute nei prodotti cosmetici e nei detergenti di uso comune.

La nuova Strategia Europea sulla plastica riconosce l’urgenza di ridurre la plastica monouso, ma gli obiettivi che puntano ad aumentare il riciclo non saranno sufficienti a cambiare la cultura “usa e getta”.

“Per anni ci è stato detto che riciclare è la soluzione”, si legge nel testo della petizione. “La verità è che oltre il 90% della plastica non è mai stata riciclata. Produciamo sempre più plastica e il riciclo da solo non basta. Riciclare è un gesto importante, ma la responsabilità di questo disastro non può essere scaricata sui cittadini: se il mare è pieno di plastica la colpa è soprattutto di chi per profitto continua a produrla, venderla e utilizzarla, anche se non necessaria”.

Per gli attivisti di Greenpeace, “i governi nazionali devono adottare misure urgenti per ridurre la produzione di plastica monouso e imballaggi alla fonte incoraggiare Comuni e amministrazioni locali ad adottare soluzioni innovative per risolvere il problema alla fonte promuovere l’abbandono della cultura dell’usa-e-getta.

Fonte: Helpconsumatori