Rifiuti di batterie portatili: lo scorso anno nel nostro Paese sono stati raccolti oltre 10 milioni di kg, il 10,5% in più rispetto al 2023. Questi i dati ufficiali del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori.
Foto: crediti: iStock.com/Anton Pentegov
In Italia nel 2024 sono stati raccolti 10.383.926 kg di batterie portatili. Il dato emerge dalle rilevazioni ufficiali del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA), consorzio al quale aderiscono i sistemi collettivi e individuali costituiti dai produttori e importatori di batterie. Il suo compito è coordinare la filiera di raccolta e gestione del fine vita di questi rifiuti e di rendicontare l’andamento della raccolta su scala nazionale. Con il termine batterie portatili si fa riferimento a prodotti di uso quotidiano, come le batterie stilo alcaline o le batterie a bottone al litio, oltre a quelle presenti nei più diffusi dispositivi elettronici ad uso domestico, come smartphone e laptop. I dati tengono conto sia della raccolta di batterie coordinata dal CDCNPA sia di quella effettuata direttamente dai consorziati tramite altri canali.
Rispetto al 2023, la raccolta registrata nel corso del 2024 evidenzia una crescita importante a doppia cifra (+10,5%) che si traduce in 985.000 kg aggiuntivi. Il risultato è ancor più positivo per il fatto che inverte la flessione negativa emersa in quell’anno.
I fattori che hanno determinato questo incremento sono molteplici, a partire dallo sviluppo della rete di raccolta che si traduce in una maggiore capillarità sul territorio nazionale e, di conseguenza, in una maggiore prossimità al cittadino. A ciò si aggiunge l’aumento della raccolta di batterie presenti all’interno dei cosiddetti RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, più precisamente quelli derivanti dall’elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici. Questa specifica tipologia di rifiuti elettronici nel 2024 ha registrato un incremento del 7,5% rispetto all’anno precedente.
Altrettanto importanti si sono dimostrate, infine, le molteplici attività e iniziative in termini di comunicazione e sensibilizzazione ambientale promosse nel corso del 2024 sia dal CDCNPA sia dai sistemi collettivi consorziati.
Rete di raccolta
Un importante elemento di positività che emerge dai risultati 2024 è la conferma della crescita dei punti di raccolta iscritti al CDCNPA composta da punti vendita, centri di raccolta, impianti di trattamento dei RAEE, grandi utilizzatori finali, centri di stoccaggio e centri di assistenza tecnica. Nel corso dello scorso anno il numero complessivo di questi luoghi di raccolta è passato infatti da 13.080 a 14.692, con una netta prevalenza di punti vendita. Gli incrementi maggiori si sono registrati nelle Marche, in Puglia, in Valle d’Aosta, Lazio e Campania.
Tasso di raccolta e target europei
Diretta conseguenza dell’aumento della raccolta nazionale è che il tasso di raccolta sale al 36,47%, in crescita di quasi sei punti rispetto al 30,66% registrato lo scorso anno. Tradotto in termini di raccolta pro capite, questo valore corrisponde a una raccolta media nazionale di 176 grammi per abitante, che equivale a circa 8 batterie stilo AA. Tuttavia, il tasso di raccolta italiano risulta ancora distante dal target del 45% previsto dall’UE che si traduce in 217 g/ab, peso che equivale a circa 10 batterie stilo AA.
Va precisato che questo incremento risente fortemente dell’impatto del nuovo Regolamento europeo Batterie (2023/1542), in vigore da agosto 2023 e applicato nelle sue disposizioni generali negli stati membri dal febbraio 2024. Il nuovo ordinamento ha modificato infatti i criteri di classificazione di alcune tipologie di prodotto immesse sul mercato che non rientrano più nella categoria delle batterie portatili, di conseguenza tali prodotti non sono più contabilizzati nella relativa categoria di immesso. Dal momento che il tasso di raccolta è calcolato sul rapporto tra i quantitativi raccolti nell’anno di riferimento con la media dell’immesso sul mercato nell’anno solare di riferimento e nei due anni precedenti, appare evidente come il risultato conseguito nel 2024 subisce gli effetti di questa riclassificazione.
Poiché il nuovo regolamento impone che la raccolta raggiunga entro il 2031 il tasso del 73%, si comprende inoltre quanto sia prioritario che le nuove disposizioni europee trovino immediata applicazione nel nostro Paese, così da produrre i loro effetti in tempi rapidi, e semplificando al tempo stesso tutte quelle attività necessarie a stimolare la raccolta da parte dei cittadini. Un impegno che richiede l’impegno e il coinvolgimento sinergico di istituzioni e attori di tutto il sistema.
“Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2024, che segnano un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente” commenta Laura Castelli, presidente del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori. “Tuttavia, siamo ancora lontani dai target europei e siamo convinti che solo attraverso un’azione di sistema che coinvolga tutti gli attori della filiera potremo raggiungerli. L’impegno e la collaborazione di tutti sono essenziali per accelerare il processo”.