A Goteborg il parco fatto con i rifiuti

A Goteborg, città della Svezia di 540mila abitanti, sorge il Kretsloppsparken Alelyckan, l’isola ecologica più grande d’Europa. Si tratta di un’area di trentamila ettari, raggiungibile sia con i mezzi pubblici che in bicicletta, dove non si trovano alberi, piante e fiori ma rifiuti Si può andare per buttare la spazzatura, oppure per avventurarsi tra strade e capannoni alla ricerca di oggetti destinati all’incenerimento o al riciclaggio;  qualsiasi tipo di oggetto  torna infatti a nuova vita e viene rivenduto direttamente da dipendenti comunali a prezzi super favorevoli.

31mila sono i visitatori che ogni anno frequentano l’area, la maggior parte per acquistare qualcosa e non per portare rifiuti. Materiali chimici o elettronici e piccoli oggetti da donare possono essere conferiti senza limiti, mentre per divani, pneumatici o altri oggetti di grandi dimensioni dopo la sesta visita si pagano 30 euro a ingresso. La struttura presente nell’area è un mercato dove si può trovare di tutto: viti e bulloni di ogni genere, maniglie, cerniere o pomelli come in ferramenta, materiale vintage per arredare con pochi euro o pezzi di ricambio utili per riparare oggetti vecchi ma di valore affettivo. Nel 2014 solo questa parte del parco ha fruttato alle casse comunali oltre 450mila euro, che contribuiscono al mantenimento delle 5-6 persone che lavorano tra negozio e piazzale insieme ai 2 impiegati che si occupano del coordinamento generale. Ma la vera innovazione di questo parco è la Returhuset, la casa del riuso, ovvero il laboratorio in cui si cerca di riutilizzare oggetti non vendibili così come sono e che verrebbero quindi riciclati o bruciati. Vi lavorano 10 impiegati comunali e 30 soggetti con problemi fisici o psichici, o giovani disoccupati.

Nel 2006 la città di Göteborg  scelse di investire in questo parco 4,5 milioni di euro. Il Comune aveva infatti bisogno di una nuova grande oasi ecologica (attualmente è prevista la costruzione di una sesta isola nella zona sud) e nello stesso tempo voleva insegnare ai cittadini l’arte del riciclo e del riuso. Oggi la parte pubblica del parco incassa più di un milione di euro grazie alla sola vendita dei rifiuti riciclati.

Fonte di testo e immagini: L’Espresso