CAM per la gestione del verde pubblico: il contributo UNI alla revisione

Lo scorso 4 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare con il quale sono stati revisionati e adottati i CAM – ossia i criteri ambientali minimi – per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde, un settore che ha un impatto importante sia dal punto di vista economico sia sulla qualità della vita e sul benessere delle persone che vivono nei centri urbani. UNI Ente Italiano di Normazione ha collaborato per garantire che i “criteri ambientali minimi” siano aggiornati rispetto allo “stato dell’arte” e alle buone pratiche a sostegno dell’innovazione grazie al richiamo alle norme tecniche e alle Prassi di Riferimento di settore.

La gestione del verde pubblico è un settore chiave per la vita delle nostre città che dal punto di vista economico impegna ogni anno cifre elevatissime per la PA: secondo i dati del Ministero dell’Ambiente si parla di 193 milioni di euro.

Entrando nel dettaglio, questi servizi riguardano la:

1.      progettazione di nuova area verde o riqualificazione di area già esistente;

2.      gestione e manutenzione del verde pubblico;

3.      fornitura di prodotti per la gestione del verde (materiale-florovivaistico, prodotti fertilizzanti e impianti per l’irrigazione).

Il Ministero, attraverso i CAM di settore, ha definito i nuovi strumenti di pianificazione per migliorare e valorizzare il patrimonio verde presente nelle nostre città, basati sulla conoscenza effettiva del territorio anche attraverso la realizzazione di censimenti delle vegetazioni locali. Inoltre il decreto prevede l’introduzione di pratiche a basso impatto ambientale sia per la fornitura di prodotti per la cura del verde che per i trattamenti per le piante (ad esempio la lotta biologica e la difesa integrata). In un’ottica di economia circolare il provvedimento favorisce processi virtuosi come:

1.      il compostaggio,

2.      l’irrigazione con sistemi a basso consumo di acqua,

3.      l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile per il riscaldamento delle serre,

4.      l’incentivo alla produzione biologica.

In altre parole, città più sostenibili per una spinta decisiva verso la circolarità delle risorse.

L’Allegato I “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” oltre a definire ed elencare i criteri ambientali minimi fornisce anche alcune indicazioni e raccomandazioni per le stazioni appaltanti.

Obiettivo della revisione dei criteri

 La revisione dei CAM è stata fatta con l’obiettivo di affrontare la tematica della gestione del verde pubblico in un’ottica più ampia e strategica, di medio-lungo periodo, al fine di raggiungere obiettivi di sostenibilità complessiva (ambientale, sanitaria, sociale ed economica) tenendo conto delle indicazioni che nel corso degli anni sono emerse sia da parte del Parlamento, sia da parte di vari organismi istituzionali ed enti di ricerca.

A questo proposito, ad esempio, tra gli strumenti indicati dal Ministero vi è la prassi di riferimento UNI/PdR 8:2014 che fornisce le linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi urbani e periurbani, orientando la pianificazione, la progettazione, la realizzazione, la manutenzione degli stessi, nonché la produzione di materiale vegetale. Obiettivo della prassi di riferimento è individuare degli obiettivi di qualità ambientale, economica e sociale relativi alla gestione territoriale.

https://www.uni.com/