Dimensione Ambiente ha organizzato un incontro su un tema molto delicato, dal momento che in Italia e in Piemonte esistono un numero importante di siti e discariche abbandonate che rappresentano un grave problema per l’ambiente.
Si è tenuto nella sala della Società Filarmonica di Muriaglio nel Comune di Castellamonte l’incontro organizzato dal Gruppo Dimensione Ambiente, che ha avuto come argomento i siti orfani e la gestione delle discariche abbandonate.
L’introduzione è stata a cura di Paolo Ghezzi, Amministratore unico Getas Petrogeo, che ha spiegato il significato del termine “siti orfani”, introdotto dalla normativa nazionale nel 2020, e che si riferisce a quei siti contaminati, tra cui un discreto numero di discariche su tutto il territorio nazionale, che, potenzialmente contaminati, sono stati abbandonati e si trovano oggi senza un soggetto di riferimento responsabile della loro chiusura e messa in sicurezza. Un fenomeno che preoccupa molto non solo gli addetti ai lavori ma anche gli amministratori locali che si trovano di fronte a siti da bonificare sul loro territorio. Infatti nel nostro Paese il fenomeno dei siti orfani coinvolge oltre 3.700 comuni, con una superficie occupata di oltre 20 milioni di metri cubi che comprendono complessivamente 71 discariche orfane e 271 siti di altra natura.
Successivamente è intervenuto Francesco Capone, Amministratore Unico di Agrigarden Ambiente, che partendo da un excursus storico su cosa era una discarica nel passato inquadra cosa è una discarica nel XXI secolo, con un focus specifico sugli impianti per smaltire i rifiuti speciali (industriali), che oggi in Italia rappresentano una quantità pari a cinque volte il quantitativo dei rifiuti urbani.
“Le discariche per rifiuti speciali – spiega Capone – sono necessarie per smaltire quella parte dei rifiuti – poco più del 10% del quantitativo complessivo di rifiuti speciali prodotti – che non possono essere smaltiti altrimenti. Un esempio: le terre da bonifica. Inoltre è importante ricordare che a partire dal 2006 – data di entrata in vigore del Testo Unico Ambientale– la discarica è passata da luogo di accumulo a impianto di trattamento”.
Paolo Foietta, Presidente Autorità Rifiuti Piemonte, ha illustrato inizialmente il ruolo dell’Autorità che presiede, che ha come focus l’individuazione delle necessità impiantistiche della Regione in funzione delle politiche legate al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti urbani, con l’obiettivo di smaltire in discarica non più del 3% dei rifiuti urbani nel 2035. Tra le attività dell’Autorità c’è anche la gestione delle discariche esaurite, mentre sono esclusi i siti orfani.
Al termine della mattinata è intervenuta Lilia Aquilino, Responsabile consulenza area Environment BPSEC Srl, Founder e responsabile tecnico BP Trade Srl, Consulente tecnico-ambientale del Comune di Ghemme, che ha centrato il suo intervento sulla storia della discarica di Ghemme, operativa dagli inizi degli anni ’80 fino al 2008. Sul sito sono state avviate delle procedure di bonifica per inquinamento diffuso derivante del percolato prodotto nelle porzioni più vecchie della discarica. Oggi si stanno avviando i lavori per chiudere definitivamente la discarica in una classica situazione in cui il soggetto che ha gestito la discarica non esiste più.
Piergiorgio Valentini, Esperto Ambientale ed Ex Funzionario Città Metropolitana di Milano Area Ambiente e Tutela del Territorio, ha invece portato come esperienza la dismissione della Discarica di Vizzolo Predabissi in provincia di Milano, chiusa nel 2003. Ha spiegato che ogni discarica è un elemento unico che ha le sue peculiarità e una vita molto lunga. Dalla chiusura al 2023 è stata attivata una fase emergenziale necessaria a gestire la discarica abbandonata dal momento che sono emerse criticità a livello di inquinamento ambientale. L’intervento è stato interamente finanziato da Regione Lombardia. Dopo 20 anni dalla chiusura, nel 2023 sono stati ultimati i lavori di sistemazione con la piantumazione sul sedime della discarica.
Ha chiuso gli interventi Enrico Magnano, consulente specializzato nella gestione del biogas da discarica, che ha proseguito la relazione di Valentini sull’impianto di Vizzolo Predabissi con un focus sulla gestione biogas derivante dalla decomposizione dei rifiuti urbani presenti nel corpo della discarica. Dopo un’analisi dei 170 pozzi già presenti, sono state messe in opera delle azioni di captazione e combustione del biogas, a valle della realizzazione di alcuni pozzi polivalenti in affiancamento ad alcuni pozzi già esistenti. Attualmente il biogas viene bruciato in torcia.
“L’incontro – conclude Francesco Capone, Amministratore Unico di Agrigarden Ambiente – è stato un momento molto importante per discutere di un problema significativo per la tutela ambiente e della salute dei cittadini. Ci ha fatto molto piacere ospitare, al termine del convegno, i partecipanti nella nostra discarica di Vespia, sempre nel comune di Castellamonte, dove hanno potuto vedere de visu come stiamo gestendo il rifiuto e come abbiamo risolto alcune problematiche ambientali presenti al momento dell’acquisizione dell’impianto da parte del Gruppo Dimensione Ambiente nel 2018”.