Paperweek: Imprenditoria consortile ed economia circolare nella filiera della carta

Una filiera della carta dotata di visione imprenditoriale lungimirante, capace di anticipare i tempi in materia di economia circolare dotandosi di un sistema in grado di recuperare i rifiuti di origine cellulosica e reinserirli nel ciclo produttivo come materie prime seconde negli anni in cui l’Italia era ancora all’apice della cultura “usa e getta”. Era il 1985 quando 12 imprenditori del settore hanno costituito Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, dandosi l‘obiettivo di recuperare gli imballaggi che producevano.

È stato questo il punto di partenza del webinar tenutosi ieri presso l’Università Bocconi per presentare il volume “Imprenditorialità consortile ed economia circolare nella filiera della carta”, realizzato da Comieco e Isvi. Il tema e i contenuti del libro hanno ispirato un dibattito dal quale è emerso chiaramente il ruolo e la capacità delle imprese di indirizzare le Istituzioni nel dettare le linee guida dell’economia circolare, laddove si crei un fruttuoso clima collaborativo tra pubblico e privato.

L’evento – moderato da Vittorio Coda (Presidente del Comitato Scientifico Isvi) e introdotto dalle parole dei due autori, Mario Minoja e Giulia Romano, e da quelle del direttore Generale di Comieco, Carlo Montalbetti – ha visto la partecipazione di Amelio Cecchini (Presidente di Comieco), Edo Ronchi (Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), Luca Ruini (Presidente Conai), Raffaella Cattaneo (Assessore Ambiente e Clima Regione Lombardia) e Laura D’Aprile (Direttore Generale “Economia Circolare” MITE).

“Dal 1985 a oggi, la filiera della carta ha raggiunto risultati importanti, portando la raccolta totale di carta e cartone a 3,5 milioni di tonnellate (pari a circa 57 kg pro capite all’anno), con un tasso di impurità medio inferiore al 3%”, afferma il Direttore Generale di Comieco, Carlo Montalbetti. “Ma questi numeri non sono un punto d’arrivo. Dobbiamo fare ancora meglio, utilizzando le risorse del Recovery Fund per colmare il gap tra Nord e Sud, andando a intercettare quelle 800.000 tonnellate di carta e cartone che ancora finiscono in discarica”.

Le sfide che rimangono sul piatto e che ancora vanno affrontate sono principalmente tre: la soluzione di un deficit impiantistico del sud Italia, l’ottimizzazione della logistica, aumentando gli internodi di scambio e favorendo il trasporto su rotaia e l’implementazione delle tecnologie negli impianti, in modo da contribuire a una maggior qualità della raccolta e, inoltre, alla valorizzazione dell’occupazione settoriale.