Rapporto RIFIUTI URBANI Ispra: NEL 2024 + 2,3% DI PRODUZIONE, IL SUD ACCELERA

Il Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra  giunto alla ventisettesima edizione, contiene i dati aggiornati al 2024 sulla produzione, raccolta differenziata, gestione e flussi di import/export dei rifiuti urbani e degli imballaggi, a livello nazionale, regionale e provinciale. Presentato a Roma l’11 dicembre scorso.

Nel 2024, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta a poco più di 29,9 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,3% rispetto al 2023. Nell’ultimo anno l’economia italiana ha fatto registrare una crescita del Prodotto Interno Lordo e della Spesa per consumi finali sul territorio nazionale, pari, per entrambi gli indicatori socioeconomici, allo 0,7%. Complessivamente, nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti si registra un aumento della produzione di rifiuti urbani dell’1,8%.

Sul fronte della raccolta differenziata il Mezzogiorno continua a ridurre il divario con Centro e Nord. In aumento il dato nazionale, che attesta la raccolta differenziata al 67,7%, con percentuali del 74,2% al Nord, del 63,2% al Centro e del 60,2% al Sud. Le percentuali più alte si registrano in Emilia-Romagna (78,9%) e in Veneto (78,2%). Seguono Sardegna (76,6%), Trentino-Alto Adige (75,8%), Lombardia (74,3%) e Friuli-Venezia Giulia (72,7%). Tra queste regioni, l’Emilia-Romagna è quella che fa registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con un incremento pari a 1,7 punti rispetto ai valori del 2023. Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (71,8%), Valle d’Aosta (71,7%), Umbria (69,6%), Piemonte (68,9%), Toscana (68,1%), Basilicata (66,3%) e Abruzzo (65,7%).

Nel complesso, più del 72% dei comuni ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Nell’ultimo anno, l’89,7% dei comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato.

Nel 2024 sono operativi 625 impianti per la gestione dei rifiuti urbani , oltre la metà dedicati alla frazione organica, anche se in alcune regioni le strutture restano insufficienti. Il recupero dell’organico avviene soprattutto negli impianti integrati anaerobico/aerobico (58,5% dei quantitativi trattati), seguiti dal compostaggio (34%) e dalla sola digestione anaerobica (7,5%). Il totale trattato biologicamente raggiunge circa 7,2 milioni di tonnellate, in aumento del 3,9% rispetto al 2023.

La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 52,3%, in crescita rispetto a quella del precedente anno (50,8%) e al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 . L’obiettivo del 55% al 2025 richiede un’ulteriore crescita di 2,7 punti (al 2030 l’obiettivo è ancora più ambizioso e pari al 60%).

I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 14,8% dei rifiuti prodotti (in termini quantitativi, oltre 4,4 milioni di tonnellate, in calo del 3,7% rispetto al 2023).

Nel 2024 è stato esportato il 4,3% dei rifiuti urbani prodotti, 1,3 milioni di tonnellate, a fronte di 216 mila tonnellate di rifiuti importati. Campania, Lazio e Lombardia sono le regioni che esportano i maggiori quantitativi. Danimarca, Paesi Bassi, e Austria sono i Paesi cui destiniamo più rifiuti urbani.

Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 214,4 euro/abitante (nel 2023 era 197) in aumento di 17,4 euro/abitante. Al Centro il costo più elevato con 256,6 euro/abitante, segue il Sud con 229,2 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 187,2 euro/abitante.

Il PNRR ha destinato 2,1 miliardi di euro alla gestione dei rifiuti e a progetti di economia circolare. Il Rapporto analizza le iniziative finanziate. L’Istituto supporta il monitoraggio del Programma nazionale di gestione dei rifiuti, una riforma chiave del PNRR, per verificarne l’attuazione e l’efficacia rispetto agli obiettivi.

Link al rapporto: https://tinyurl.com/c6ns8e8f