Sostenibilità: Hera premiata come migliore utility italiana

Il piano del Governo Renzi per dare alle aziende di servizi pubblici locali più efficienza economica e un servizio migliore ai cittadini trova un settore in lieve crescita, con capacità di investire in impianti e in tecnologia, più vicino ai consumatori. Emerge dalla terza edizione del rapporto Top Utility Analysis presentato il 4 febbraio che ha preso in esame le maggiori 100 utility pubbliche e private italiane attive nel gas, luce, acqua e rifiuti. La migliore azienda in assoluto è Acque, del Basso Valdarno, (in finale con Aimag, Hera, Marche Multiservizi e Nuove Acque).

Oltre alla graduatoria assoluta, prima per sostenibilità è Hera di Bologna (finalista con Acea, Acque, Iren e Marche Multiservizi), primo per comunicazione è il gruppo Cap della provincia di Milano (con A2A, Acea, Acque ed Hera), prima per tecnologia e innovazione è A2A (con Acqua Novara Vco, Acque del Chiampo, Aimag e Metropolitana Milanese), prima per performance operative è la trevigiana Contarina (con Atena, Etra, Lario Reti e Toscana Energia). “Siamo molto orgogliosi di un premio che attesti il nostro impegno nella sostenibilità – dichiara Filippo Bocchi, Direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo Hera – perché gli obiettivi relativi agli aspetti ambientali e sociali sono integrati al nostro sistema di pianificazione e controllo e trovano una puntuale rendicontazione nel nostro bilancio di sostenibilità, che è redatto con il massimo livello d’aderenza a standard internazionali, è verificato esternamente e viene dal 2007 pubblicato contestualmente al bilancio economico. Pubblicare un rapporto di sostenibilità – conclude Bocchi – non è per noi una questione di immagine, ma rappresenta piuttosto un impegno profondo e costante, capace di testimoniare con risultati e obiettivi concreti i valori che stanno alla base di un modello di sviluppo costruito assieme ai territori di riferimento, nell’interesse dell’azienda e di tutti gli stakeholder.”

Il report esamina il quadro economico e la situazione finanziaria dell’ultimo triennio, la gestione operativa, la comunicazione, la sostenibilità sociale e ambientale, il rapporto con i consumatori e con il territorio, il patrimonio tecnologico e l’innovazione per valutare in un’ottica integrata di sostenibilità economica, finanziaria, sociale e ambientale le performance delle principali utility attive sul territorio italiano, evidenziandone eccellenze, criticità e tendenze di fondo.
“L’analisi fotografa un settore ancora molto eterogeneo in Italia”, spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility “. “Il nostro studio, che considera congiuntamente sia i profili economico-finanziari che quelli di sostenibilità, comunicazione, tecnologia e di rapporto con i consumatori, evidenzia come accanto ai grandi gruppi, ormai di dimensioni sovra regionali o nazionali, vi è una molteplicità di realtà piccole e piccolissime, con differenze di business, solidità e risultati molto differenti. Ma la linea di tendenza è chiara: crescono le dimensioni e aumenta l’efficienza, sebbene ci sia ancora strada da fare perché il settore abbia una struttura simile a quella degli altri Paesi europei”.

Dal punto di vista dei risultati economici, sono sopra la media le aziende del comparto energetico, mentre le aziende di gestione dei rifiuti sono gravate soprattutto dai costi del personale.
Nonostante la lieve flessione dei ricavi, nel 2013 gli investimenti tecnologici delle Top Utility sono aumentati del 6,8% rispetto al 2012, portandosi a un valore di circa 5,7 miliardi di euro; il settore idrico e i rifiuti investono nel complesso 823 milioni.