Rifiuti: Eco.Energia, cresce raccolta olio alimentare esausto grazie a Olly

Cresce la raccolta dell’olio alimentare esausto grazie al sistema Olly, gestito da Eco.Energia, con una prospettiva concreta di raggiungere il traguardo delle 800 tonnellate di olio raccolto a fine 2018 (+23% sul 2017), grazie all’ampliamento del servizio e all’aggiudicazione  di nuove gare.Salgono, infatti, a oltre 80 i Comuni dislocati su tutto il territorio nazionale che ad oggi adottano il sistema Olly con un incremento anche delle Regioni coinvolte.

Eco.Energia (che a giugno 2018 ha deciso di aderire al Consorzio RenOils) ha ampliato il raggio d’azione del servizio Olly a due nuove Regioni Italiane: la Liguria e la Campania che si vanno ad aggiungere alle altre che già utilizzano il sistema, tra le quali Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Lazio.

Il servizio Olly prevede la raccolta degli oli alimentari esausti grazie all’installazione di vari Punti di Raccolta, detti ‘casine’, dislocati sul territorio di numerosi Comuni italiani e ai quali è possibile accedere tramite una card nominativa, la OllyCard (in alternativa con la tessera sanitaria), che permette lo sblocco e l’apertura del punto stesso e consente, inoltre, la tracciabilità dell’olio.

Nell’ultimo anno, poi, si è intrapreso uno studio sul nuovo sviluppo tecnologico dei centri di raccolta olio. In questo senso si è cercato di amplificare la parte digitale e di raccolta dati: i nuovi box saranno infatti in grado di pesare i bidoncini pieni e vuoti per conteggiarne il numero e comunicare all’operatore in ufficio il momento migliore per organizzare il servizio. Gli operatori Eco.Energia sono infatti incaricati di raccogliere periodicamente i bidoncini pieni nei punti di raccolta, di portarli al centro di stoccaggio e di riporre nuovamente i bidoncini puliti e vuoti all’interno delle casine pronti per un riutilizzo.

Il sistema Olly è rivolto sia agli utenti domestici, che si occupano di portare direttamente i bidoncini pieni presso il punto di raccolta più comodo, sia alle utenze commerciali e produttive che utilizzano contenitori della capacità di 25 litri su cui si effettua un servizio personalizzato.L’olio alimentare esausto, se disperso nell’ambiente, può causare gravi danni al sottosuolo, alle reti fognarie e alle falde acquifere, può rendere inutilizzabili i pozzi di acqua potabile e può compromettere l’esistenza della flora e della fauna marina. Le circa 280.000 tonnellate di oli esausti da cucina prodotte ogni anno in Italia, di cui oltre il 50% da utenze domestiche, finiscono ancora oggi in gran parte nel lavandino comportando un incremento dei costi di depurazione del sistema fognario a carico delle amministrazioni locali.

Attraverso il suo recupero, invece, questo rifiuto può avere nuova vita nel biocarburante, con una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, nella cogenerazione, con lo sfruttamento dell’energia termica prodotta dal sistema, o nella produzione di bioasfalto.

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