Comuni Ricicloni, Legambiente: nel 2018 crescono del 19%

Comuni Ricicloni: lo scorso anno erano 486, ma nel 2018 sono arrivati a 505: sono i comuni italiani “rifiuti free”, ovvero quelli dove la raccolta differenziata funziona correttamente, ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 chili di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento.

Un totale di 3.463.849 cittadini che conferma il trend è positivo. Il XXV rapporto “Comuni Ricicloni” di Legambiente, presentato a Roma nell’ambito dell’EcoForum l’economia circolare dei rifiuti, segnala l’aumento dei Comuni rifiuti free al Sud: erano 43 (pari al 10%) lo scorso anno e oggi sono 76 (15%).

Il Centro si conferma sostanzialmente stabile (passando da 38 a 43 Comuni e cioè dall’8% al 9%) con qualche avanzamento dovuto al successo del porta a porta in Toscana, mentre il numero dei Comuni virtuosi diminuisce del 6% al Nord tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che pur perdendo 26 comuni e con un leggero aumento della produzione di rifiuti indifferenziati, rimangono comunque le regioni col maggior numero di virtuosi.

Al Nord migliora solo la Lombardia che aggiunge altri 11 comuni ai 90 all’anno precedente, mentre a livello nazionale l’aumento più significativo di comuni virtuosi è in Basilicata dove la percentuale dei Comuni Rifiuti Free sul totale passa dall’1,5% all’8%.

“Il ruolo dei Comuni nel portare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l’economia circolare è fondamentale”, ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti, “le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo. È importante però che siano inserite in un contesto di normative regionali e nazionali e di piani d’ambito che sostengano questa direzione”.

L’obiettivo Comuni rifiuti free non può prescindere dall’insieme delle buone politiche di prevenzione, da un buon sistema di impianti di riciclo per il recupero di materia e da un sistema di raccolta porta a porta efficace come da una tariffazione puntuale.

A pesare sulla classifica non sono più solo i livelli di raccolta differenziata raggiunti (criterio minimo per entrare nella valutazione è il raggiungimento del 65% di RD) ma anche le politiche di riduzione della quantità di rifiuto destinata a smaltimento. Il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare pone, tra i suoi obiettivi, il riciclo del 70% degli imballaggi entro il 2030 e del 65% dei rifiuti urbani (al 2035) e, alla stessa scadenza, un massimo del 10% di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica.

Da questo presupposto è nata quindi l’esigenza di porre come obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free di Legambiente la soglia di produzione di 75 Kg/ab/anno di secco residuo prodotto (che comprende il secco residuo e la parte di ingombranti non riciclata).

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