Economia Circolare: in vigore le nuove direttive europee

Sono entrate in vigore, il 4 luglio scorso, le direttive del pacchetto sull’Economia Circolare approvate il 18 aprile scorso dal Parlamento Europeo e che dovranno essere recepite dagli Stati membri entro il 5 luglio 2020. Le quattro direttive (2018/849, 2018/850, 2018/851, 2018/852) modificano 6 precedenti direttive (n. 98/2008, n. 62/1994, n. 31/1993, n. 19/2012, n. 53/2000, n. 66/2006) introducendo novità sulle percentuali di raccolta differenziata da raggiungere nei prossimi anni e confermando l’importanza del nuovo paradigma sul riuso dei materiali, la valorizzazione degli scarti, la creazione dei materiali bio-based e la progettazione sostenibile grazie anche alla responsabilità estesa del produttore.

Gli obiettivi sulla raccolta differenziata che gli Stati membri dovranno raggiungere al 2035 prevedono step intermedi, al 2025 e al 2030, da completarsi come segue: entro il 2035 la percentuale dei rifiuti da avviare a riciclo dovrà essere del 65%, la percentuale di riciclo dei rifiuti da imballaggio del 70%, il tetto massimo dei rifiuti smaltiti in discarica del 10%.

Nel pacchetto ci sono novità importanti anche per l’avvio alla raccolta differenziata di alcune tipologie di rifiuti domestici finora non sempre raccolti separatamente: entro il 1° gennaio 2025 i rifiuti tessili; entro il 31 dicembre 2023 i rifiuti organici da differenziare e riciclare alla fonte, o raccolti in modo differenziato e non miscelati con altri tipi di rifiuti; entro il 1° gennaio 2025 le frazioni di rifiuti domestici pericolosi.

Gli Stati membri dovranno adottare inoltre una serie di misure per prevenire a monte la produzione dei rifiuti. Per esempio bisognerà promuovere il compostaggio domestico e l’utilizzo dei materiali ottenuti con i rifiuti organici, incoraggiare la produzione e la commercializzazione di beni e componenti adatti all’uso multiplo, con materiali riciclati, durevoli e riparabili, facendo attenzione all’intero ciclo di vita dei prodotti e alla gerarchia dei rifiuti. E ovviamente sarà necessario che i singoli Stati predispongano incentivi finanziari per ridurre in generale i rifiuti, l’impatto ambientale degli imballaggi, incoraggiando l’uso di biomateriali.

Fonte: Ecodallecittà