Il trentennale del CIC: “Dal 1992 ad oggi trasformati rifiuti organici in 35 milioni di tonnellate di compost”

Oltre 100 milioni di tonnellate di rifiuti organici raccolte, trasformate in 35 milioni di tonnellate di compost, con 65 milioni di tonnellate di CO2 equivalente evitate. Sono questi alcuni degli straordinari risultati  ottenuti nei primi 30 anni di attività dal CIC – Consorzio Italiano Compostatori.

La ricorrenza è stata celebrata presso Nazionale Spazio Eventi a Roma con l’evento “1992 – 2022 | Dalla terra alla Terra. Il Consorzio Italiano Compostatori compie 30 anni. Visioni, esperienze, prospettive”. Un’occasione di confronto e bilancio tra le aziende consorziate nonché di approfondimento sui temi chiave dell’economia circolare e della lotta al cambiamento climatico, grazie alla partecipazione di ospiti d’eccezione.

Durante l’evento il CIC ha fatto il punto sulla bioeconomia in Italia e, in particolare, sulla filiera del biowaste che, dal rifiuto organico, è in grado di produrre fertilizzante rinnovabile come il compost e combustibile sostenibile come il biometano. In Italia la raccolta della frazione organica (umida e verde) rappresenta il 40% dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata e in particolare nell’ultimo decennio c’è stata una crescita media dell’intercettazione del 7% all’anno. Dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, nel 2020 sono state ricavate circa 2,18 milioni di tonnellate di compost e 370 milioni di metri cubi di biogas; questi ultimi sono stati a loro volta valorizzati mediante la produzione di circa 437,5 MWh di energia elettrica, 128,7 MWh di energia termica, e 93 milioni di metri cubi di biometano destinato all’autotrazione.

Per il futuro, con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia e considerando l’andamento complessivo della popolazione residente, secondo le stime del CIC il Paese nel 2025 potrebbe arrivare a produrre più di 9 milioni di tonnellate all’anno di frazione organica,  portando il settore del biowaste a 13.000 addetti generando circa 2,5 Mld € di indotto.

Per quanto riguarda il sistema impiantistico, in Italia sono presenti 359 impianti (294 di compostaggio e 65 che includono una sezione di digestione anaerobica), la cui capacità autorizzata disponibile per il trattamento di umido e verde ammonta, nel 2020, a circa 9.300.000 tonnellate/anno, superiore non solo ai rifiuti raccolti nello stesso anno ma anche alle 9.077.000 tonnellate/anno che saranno raggiunte una volta completate le raccolte differenziate sul territorio nazionale.

“Nel nostro Paese, la filiera del recupero dei rifiuti organici ha raggiunto il sostanziale equilibrio tra la richiesta di conferimento dei produttori di rifiuto organico e la capacità di trattamento degli impianti”,spiega Massimo Centemero, direttore del  CIC. Le aziende, sia pubbliche che private, si stanno muovendo nella direzione giusta e anche al Centro e al Sud, aree ancora carenti di impiantistica dedicata, stanno lavorando per ampliare o costruire ex novo impianti integrati con relativa produzione di compost e biometano.

Proprio il biometano è un tema quanto mai attuale, spiega il CIC: la guerra in Ucraina ha infatti messo in evidenza l’estrema dipendenza dell’Italia da materie prime ed energia, nonché la necessità di promuovere e incentivare anche la diffusione di gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, tra i quali il biometano spicca per disponibilità. L’Italia, accelerando il percorso di produzione domestica di biometano a partire dai rifiuti organici e dai residui agricoli,potrebbe arrivare in alcuni anni a circa 2-3 miliardi di m3 di biometano prodotto annualmente e proveniente dalla trasformazione di biomasse di scarto: tra realizzazioni ex novo e soprattutto ammodernamenti, sono infatti pronti a diventare operativi più di 50 impianti di produzione di biometano da frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate. “Si tratta di un percorso che prevede una crescita progressiva, e per questo auspichiamo che la scelta di produrre biometano non sia soltanto una risposta momentanea a un’emergenza energetica, ma diventi un pilastro strutturale della politica energetica nazionale ed europea”, sottolinea Centemero. “I prossimi anni  vedranno il CIC affrontare grandi sfide per il settore e per tutta l’Italia. La crisi climatica e la carenza di materie prime stanno dimostrando tutta la loro concretezza e il compost svolgerà un ruolo cruciale per ridare sostanza organica al terreno, contrastando così la desertificazione e consentendo di mantenere elevati livelli di fertilità del suolo”.