Manifesto della green economy per la città futura

Le città possono rigenerarsi se abbracciano la green economy. Di più: se architettura, urbanistica ed economia verde e sostenibile si parlano fra loro e interagiscono per creare la città del futuro, quella che riesce a trasformare le sfide climatiche, ambientali ed ecologiche in un’occasione di rilancio e di riqualificazione. Su questi intenti è stato lanciato il “Manifesto della green economy per la città futura”, elaborato da un gruppo di esperti in vista degli Stati generali della green economy organizzati dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Il documento disegna un percorso in sette tappe per disegnare e riqualificare la città del futuro in chiave green. Prevede dunque di puntare sulla green economy per affrontare le sfide della città e di affrontare la sfida climatica con misure di adattamento centrate su riqualificazione energetica e bioclimatica; di far sì che la tutela del capitale naturale e della qualità ecologica delle città diventi la chiave del rilancio di urbanistica e architettura; di tutelare e incrementare il capitale culturale, la qualità e la bellezza delle città; di promuovere la rigenerazione urbana e riqualificare il patrimonio esistente; di qualificare gli edifici pubblici con progetti innovativi e di progettare un futuro desiderabile per le città. Il manifesto ha ricevuto l’adesione di architetti di fama internazionale dai 5 continenti con le rispettive organizzazioni tra cui Richard Meier, Richard Rogers, Thomas Herzog, Ken Yeang, Albert Dubler in qualità di Presidente dell’International Union of Architects, Georgi Stoilov in qualità di Presidente dell’International Academy of Architecture, l’intera Fondazione di Architettura Australiana, architetti italiani tra cui Paolo Desideri, Luca Zevi, Francesca Sartogo, due dei principali sindacati italiani con l’adesione di Susanna Camusso per la CGIL e Annamaria Furlan per la CISL, Enti e Istituti di ricerca e di urbanistica e architettura e le principali organizzazioni di imprese della green economy italiane.

A livello europeo e internazionale sono già molte le città che hanno avviato programmi e iniziative in direzione green. Copenhagen, nel 2009, ha fissato l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2025, mentre Amburgo ha pianificato una rete ciclo-pedonale alla quale sarà riservata la circolazione nel 40% della città entro il 2035. In Francia il “Programme National de Rénovation Urbaine” ha attivato la rigenerazione di 530 quartieri in tutta la Francia, con circa 4 milioni di abitanti, con un fondo economico, in partnership pubblica e privata, di oltre 40 miliardi. In Italia invece, dopo un certo fervore, si è passati a un sostanziale stallo nella progettualità delle città italiane. Per rilanciare il dibattito su un futuro sostenibile per le città, nel 2016, la V edizione degli Stati generali della green economy ha dedicato dunque un gruppo di lavoro – composto da oltre 60 esperti, tra cui docenti di oltre 20 Università italiane, imprese del settore edile, enti di ricerca, associazioni di imprese, associazioni ambientaliste – alla elaborazione di un manifesto della green economy per l’architettura e l’urbanistica: “La Città Futura”.

“Questa iniziativa – dicono i promotori – si propone di stimolare una nuova stagione di rilancio delle città italiane in chiave green e, con il supporto degli “Stati Generali della green economy”, dare vita ad un movimento animato da imprenditori, amministratori e decisori politici con l’obiettivo di attivare nuovi progetti concreti da realizzare nei prossimi anni. L’Italia è ancora in tempo per colmare il gap ed avviare anch’essa un programma nazionale di rigenerazione urbana basato sulla green economy”. Commenta Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile: “Il Manifesto vuole aprire un’interlocuzione con l’architettura e con l’urbanistica, come chiave per il rilancio del protagonismo delle città italiane. Tale interlocuzione, infatti, non solo arricchisce la cultura, la vision, le scelte e l’impostazione della progettazione architettonica e della pianificazione urbanistica, ma può diventare anche un traino formidabile per lo sviluppo di una green economy nelle città”.

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Fonte Helpconsumatori