RAEE: più sensibilizzazione e più controlli per migliorare i livelli di raccolta

In Italia si raccolgono solo 6 kg di Rifiuti elettrici ed elettronici pro-capite, contro gli 11 richiesti dall’UE. Dai rapporti di “Osservatorio Conoscenza Raee” circa la metà degli Italiani ha familiarità con il termine RAEE. Un ambito di raccolta su cui è necessario lavorare.

di Giorgio Arienti*

Se è vero che gli Italiani sono sempre più bravi nella differenziazione dei rifiuti, per quanto riguarda quelli di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) la strada da fare è ancora lunga. Ad oggi, infatti, il sistema Italia riesce a raccogliere poco più di 6 kg ad abitante, cifra distante dai target definiti a livello europeo (di almeno 11 kg pro-capite). Diverse le motivazioni che determinano questa distanza: una è senz’altro la mancanza di conoscenza e consapevolezza. I cittadini italiani, infatti, fanno fatica ad attuare comportamenti corretti perché mancano, spesso, le informazioni basilari: “Cosa significa l’acronimo RAEE? Come e dove si conferiscono i RAEE?”.

Consapevolezza e conoscenza: Osservatorio conoscenza RAEE
Attraverso l’“Osservatorio conoscenza RAEE”, realizzato insieme ad Ipsos Italia, a partire da metà 2022 abbiamo iniziato a mappare i cambiamenti nei livelli di consapevolezza dei cittadini (su un campione di 1.000 italiani a cui si aggiunge un focus specifico su 500 giovani dai 18 ai 26 anni), anche per misurare l’efficacia delle diverse iniziative del programma di comunicazione #DireFareRAEE che il Consorzio sta promuovendo. I dati di Ipsos mostrano come la sensibilizzazione permetta di ottenere miglioramenti concreti, scardinando abitudini e comportamenti scorretti.
Dalla prima rilevazione, infatti, la familiarità con il termine RAEE è passata dal 44% al 55%, con un miglioramento ancora più evidente nel caso della gen Z, dove la percentuale di quanti hanno sentito menzionare l’acronimo è quasi raddoppiata, passando dal 26% nel 2022 al 50% nel 2023. Con l’aumento dei livelli di conoscenza, sono migliorati anche i comportamenti relativi alla gestione dei RAEE: la media dei conferimenti scorretti dei dispositivi elettrici ed elettronici giunti a fine vita è diminuita di due punti percentuali, con un miglioramento ancora più evidente tra i giovani, pari a 6 punti percentuali. Anche la conoscenza dei servizi a disposizione del cittadino per il conferimento è incrementata: il ritiro “1 contro 1” (la possibilità di consegnare gratuitamente al negoziante qualunque tipologia di RAEE contestualmente all’acquisto di un’apparecchiatura equivalente) è adesso noto al 72% degli intervistati (+3%) e al 73% dei ragazzi (+6%); mentre il servizio “1 contro 0” (quello che permette di consegnare un RAEE di piccole dimensioni ai grandi negozi specializzati, gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto) sale al 45% (+3 punti percentuali) e al 52% nella fascia più giovane (+7%).

Flussi paralleli
Risultati che ci fanno ben sperare, ma che ci dicono anche che più di 5 italiani su 10 non sanno cosa fare quando il vecchio cellulare, il mouse o le cuffie smettono di funzionare. Inoltre, ancora quasi 3 cittadini su 10 ammettono di essersi rivolti negli ultimi dodici mesi agli “svuota cantine” per disfarsi dei propri RAEE, un comportamento che contribuisce ad alimentare i flussi paralleli, ovvero i percorsi alternativi, spesso illegali, che prendono i RAEE in Italia. A questo proposito, dalla recente indagine “RAEE: Chi l’ha visto?”, che il Consorzio ha realizzato con Altroconsumo, è emerso che in Italia più di un RAEE su tre sfugge alla corretta filiera. L’inchiesta, che per 6 mesi – grazie all’utilizzo di tracker GPS – ha seguito i percorsi di oltre 350 RAEE dal momento dell’uscita dalle case dei consumatori fino alla loro destinazione finale (lecita o illecita), ha rilevato che solo il 66,3% è giunto presso uno degli impianti accreditati al Centro di Coordinamento RAEE. Che fine hanno fatto gli altri rifiuti? Il 4,5% è arrivato comunque in un impianto accreditato, ma vi è rimasto per un periodo troppo breve per consentire una lavorazione plausibile, mentre il 5,7% è stato invece trasportato in impianti non accreditati e quindi non tenuti formalmente a rispettare gli standard qualitativi previsti dal Centro di Coordinamento. Infine, più del 23% del campione ha intrapreso un percorso non virtuoso, finendo in una destinazione diversa da quella corretta e – in alcuni casi – addirittura all’estero. Questo cluster rappresenta un flusso illegale, poiché i rifiuti non sono mai transitati in impianti autorizzati al trattamento, sfuggendo così a ogni controllo.

Stiamo perdendo una miniera urbana
Consapevolezza dei cittadini, circuiti paralleli… Siamo di fronte a diverse sfaccettature di un’unica grande problematica: stiamo perdendo una vera e propria miniera urbana di materiali che, se recuperata e avviata al corretto riciclo, potrebbe fornire al nostro Paese preziose Materie Prime Seconde e Critiche.  Come evidenziato da uno studio di The European House – Ambrosetti per Erion, infatti, se in Italia si raggiungesse il target di raccolta definito a livello europeo (65% rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti), al 2030 si potrebbero avviare al corretto trattamento 312.000 tonnellate di RAEE in più e l’aumento dei volumi raccolti, insieme alla realizzazione di impianti adeguati al loro riciclo, potrebbe portare ad un recupero di circa 17.000 tonnellate di Materie Prime Critiche, pari al 25% di quelle importate dalla Cina nel 2021. Uno scenario che deve tenere conto del fatto che l’Italia è al primo posto tra i Paesi dipendenti da importazioni etra-UE per l’approvvigionamento di Materie Prime Critiche, dalle quali dipendono 686 miliardi di euro di PIL (pari al 38% del totale al 2022). Ecco perché diviene ancora più importante capire, e far comprendere, che il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici è sì, un tema ambientale, ma anche industriale, politico, economico e strategico.

I prossimi passi
Per raggiungere l’obiettivo di un incremento rilevante dei livelli di raccolta è, quindi, necessario agire su più fronti: promuovere la creazione di una rete di raccolta più capillare e di prossimità (così da facilitare i conferimenti dei RAEE da parte dei cittadini), intensificare i controlli lungo la filiera prevedendo sanzioni più dure per chi alimenta i flussi paralleli e investire su una comunicazione dedicata e puntuale. Su quest’ultimo punto Erion WEEE ha avviato nel 2022 DireFareRAEE, un maxi-programma di comunicazione con iniziative in grado di parlare a target diversi. Punta di diamante del piano è stato “Materia Viva”, il primo docufilm dedicato al tema dei RAEE e dell’economia circolare, realizzato con Libero Produzioni. Utilizzando un registro pop, abbiamo chiesto a una serie di personaggi di spicco del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo a livello nazionale e internazionale di raccontare il loro rapporto con la tecnologia e con i dispositivi elettrici ed elettronici da dismettere, stimolando la riflessione sull’importanza di conferire correttamente questo tipo di rifiuti. L’opera, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero della Cultura e del Ministero dell’Università e della Ricerca, è stata presentata anche al Giffoni Film e alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha ricevuto un’edizione speciale del Green Drop Award. In questi ultimi mesi, inoltre, il docufilm è andato in onda su Rai 3, Rai Premium e Rai Scuola ed è stato protagonista di un tour di oltre 30 date che ha toccato altrettante città italiane, con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero possibile di cittadini. Nei prossimi mesi l’opera sarà al centro della campagna “Materia Viva, a scuola di RAEE”, il progetto educativo che Erion WEEE ha sviluppato insieme a Giffoni Innovation Hub e CivicaMente per sensibilizzare le ragazze e i ragazzi sull’importanza delle buone pratiche di gestione dei RAEE, stimolando la loro creatività. Quello dei giovani è un pubblico che ci sta molto a cuore: contribuire a una maggiore consapevolezza in coloro che saranno i cittadini di domani, affinché possano farsi portavoce, anche in famiglia, della necessità di questo cambiamento, è un investimento necessario e fondamentale per garantire un futuro al nostro, unico, Pianeta.

*Direttore Generale Erion WEEE