Raee riciclati: nel 2020 +3,2%

Gli impianti che gestiscono i RAEE domestici e professionali lo scorso anno hanno avviato a trattamento 478.817 tonnellate di rifiuti elettrici, in crescita del 3,20%. Nonostante questo aumento, il tasso di raccolta sull’immesso continua a calare, allontanandosi dagli obiettivi europei.

 Nel corso del 2020 gli impianti di trattamento hanno avviato al recupero quasi 480mila tonnellate dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). È quanto emerge dal Rapporto Gestione RAEE 2020 che riassume i risultati delle dichiarazioni annuali fatte dagli impianti iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento RAEE in base all’art. 34 del decreto legislativo 49/2014, e disponibile  sul sito cdcraee.it. Più precisamente, i quantitativi sono pari a 478.817 tonnellate di rifiuti elettronici di provenienza domestica e professionale, originati su tutto il territorio nazionale. I dati presenti nel Rapporto 2020 sono disponibili anche su raeeitalia.it. Poco più del 77% dei volumi complessivi (pari a 369.569 tonnellate) è riconducibile ai RAEE domestici: un’incidenza maggiore rispetto al 2019, in forza di un incremento del 4,45%. Il 22,82% (pari a 109.248 tonnellate) si riferisce ai RAEE professionali, il cui peso al contrario registra un leggero calo (-0,79%).

Un dato positivo che emerge dal rapporto è il trend di crescita costante nel 2020 del numero di impianti di gestione RAEE, pari a 1.050, ben 74 in più rispetto al 2019. Il Nord Italia ha il maggior numero di impianti, con 729 strutture, seguito a distanza dall’Area Sud. Questa con 173 strutture (+26 rispetto al 2019) supera il Centro Italia, dove si contano 148 impianti (+10 rispetto al 2019).

Dichiara Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE: “Da questo Rapporto emerge un aspetto positivo: se a livello di sistema Italia il tasso di avvio al trattamento adeguato è in diminuzione, scorporando il dato emerge che il risultato dei RAEE domestici è in crescita, mentre peggiora nel professionale. La mancanza del Decreto sui Raggruppamenti di RAEE e la conseguente impossibilità di gestire correttamente la comunicazione sull’identificazione e suddivisione dei rifiuti elettrici ed elettronici ha sicuramente un impatto negativo sui risultati, anche se la causa di maggior impatto è da ricercarsi nell’assoluta mancanza di controlli sulla gestione illegale dei RAEE da parte degli organi preposti”.