Rapporto Ambiente Ispra: l’Italia si riscalda

L‘ISPRA ha presentato il 19 marzo alla Camera dei Deputati l’edizione 2018 dell’Annuario dei Dati Ambientali svolto in collaborazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), istituito già due anni fa con la Legge 132 del 28 giugno 2016.

È un’Italia che si sta riscaldando, con un aumento della temperatura di 1,30 °C e una crescente siccità. Il 2017 è stato il secondo anno più secco di sempre dal 1961, subito dopo il 2001, e ha contato 21 notti tropicali, quelle in cui la temperatura minima non scende sotto i 20° – nel 2003 ce ne sono state 44. Sempre nel 2017 si sono contate oltre 170 frane, per oltre un milione di residenti esposti in tutta Italia a questo pericolo.

La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità, sottolinea l’Ispra. “Con una precipitazione cumulata media al di sotto della norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961 – dice l’Istituto – E’ stata di +1,30 °C l’anomalia della temperatura media in Italia, superiore a quella globale sulla terra ferma (+1,20 °C)”.

Le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%. Il valore limite giornaliero(50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Allo stesso tempo, dal 1990 al 2016 le emissioni di PM10 diminuiscono del 33,7% mentre le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.

È anche un’Italia che frana. Nel 2017 si sono contate 172 frane che hanno provocato 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche.

Molti risiedono in aree a rischio idrico: oltre 6 milioni di abitanti, stima l’Ispra, sono residenti in zone a pericolosità idraulica media, mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.

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