Rapporto Ispra 2016, un’ istantanea sull’ Italia dei rifiuti

Compie 18 anni e diventa maggiorenne il Rapporto Rifiuti Urbani, di cui è stata presentata a Roma, lo scorso 20 dicembre, l’edizione 2016.
Frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Servizio Rifiuti dell’ISPRA, fornisce i dati, aggiornati all’ anno 2015, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale.
Riporta, inoltre,  le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’ applicazione del sistema tariffario. Infine, presenta una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’ anno 2016. La notizia principale è che l’Italia  tende  a  produrre  sempre  meno  rifiuti  urbani,  con una  riduzione  di  -0,4%  rispetto  al  2014  e  un  calo  complessivo, rispetto  al  2011,  di  quasi  1,9  milioni  di  tonnellate  (-5,9%).  A  calare  di  più  è  il  Centro  Italia  (0,8%),  che  in  valori  assoluti  produce  6,6  milioni  di  tonnellate  di  rifiuti,  mentre  il  Nord  si  mantiene sulla  media  nazionale  (-0,4%)  con  un  quantitativo  prodotto  pari  a  13,7  milioni  di  tonnellate;  al Sud la produzione si contrae dello 0,2%  (9,2 milioni  di  tonnellate). Sono  11  le  regioni  italiane  a  segnare  una  riduzione  della  produzione  dei  rifiuti  urbani  nel  2015.  In particolare,  una  decrescita  di  poco  inferiore  al  3%  si  osserva  per  l’Umbria  e  cali  superiori  o pari  al  2%  per  la  Liguria,  il  Veneto  e  il  Lazio.  Il  Trentino  Alto  Adige,  la  Basilicata  e  la  Calabria mostrano  riduzioni  rispettivamente  pari  all’1,4%,  1,1%  e  1%,  mentre  per  Lombardia,  Marche, Puglia  e  Sardegna  la  contrazione  risulta  inferiore  all ’1%.  Al  contrario,  piccole  percentuali  di crescita  al  di  sotto  dell’1%  si  rilevano  per  Sicilia,  Molise  e  Toscana  mentre  al  di  sopra  di  tale soglia  si  attesta  la  variazione  percentuale  dell’Emilia  Romagna  (+1,1%)  e  del  Friuli  Venezia Giulia (+1,6%).
In  base  ai  valori  pro  capite,  che  tengono  conto  della  produzione  di  rifiuti  in  rapporto  alla popolazione  residente,  l’Emilia  Romagna  è  la  regione  che  produce  più  rifiuti  per  abitante  (642 kg  pro  capite  nel  2015),  seguita  dalla  Toscana  con  608  kg,  a  fronte  di  una  media  nazionale  di  487 kg.  Scendendo  nel  dettaglio  delle  province,  è  Reggio  Emilia  quella  con  il  più  alto  valore  di produzione  pro  capite  (750  kg  per  abitante  per  anno),  seguita  da  Rimini  (726  kg).  Seguono Ravenna  e  Forlì-Cesena,  Prato  e  Livorno,  Olbia-Tempio  Pausania,  tutte  con  produzione  pro capite superiore a 650 kg per abitante per anno. Per ciò che riguarda i costi l’indagine, condotta  su  un  campione  di  circa  5800  Comuni  (corrispondenti  a  oltre  48,6  milioni  di  abitanti), rileva  un  costo  medio  nazionale  annuo  pro  capite  dei  servizi  di  igiene  urbana  pari  a 167,97  euro/anno.  Alla  regione  Veneto  va  la  palma  della  raccolta  differenziata  nel  2015  grazie  al  68,8%,  seguita dal  Trentino  Alto  Adige  con  il  67,4%.
Entrambe  le  regioni  sono  già  dal  2014  al  di  sopra dell’obiettivo  del  65%  fissato  dalla  normativa  per  il  2012.  Seguono,  tra  le  regioni  più  virtuose,  il Friuli  Venezia  Giulia  (62,9%),  seguita  da  Lombardia,  Marche,  Emilia  Romagna,  Sardegna  e Piemonte,  con  tassi  superiori  al  55%. I  maggiori  centri  urbani  hanno,  in  generale,  produzioni  pro  capite  superiori  alla  media  nazionale  e alle  medie  dei  rispettivi  contesti  territoriali  di  appartenenza.  Il  pro  capite  medio  dei  16  comuni analizzati  si  attesta,  infatti,  a  circa  544  kg  per  abitante  per  anno,  57  kg  in  più  rispetto  alla  media italiana (487 kg per  abitante per anno). Migliorano anche le tecnologie di gestione e i dati relativi ai rifiuti portati in discarica.

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