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lettura terza pagina vengono i furgoni del municipio d di fare l’amore. E quindi viene elimina-i fare l’amore. E quindi viene elimina- to. Fra poco arriveranno gli incaricati a portarli… via” to. Fra poco arriveranno gli incaricati A spiegarlo a Buzzati è una vecchia dell’autorità municipale, lo butteranno dell’autorità municipale, lo butteranno “Sempre con quel suo mite sorri- nella fogna”. nella fogna”. so. Era gentile, graziosa perfino, In un’altra casa incontra un’altra vec- In un’altra casa incontra un’altra vec- nonostante le rughe. Il sorriso si chia, semiparalizzata a letto. che im- chia, semiparalizzata a letto. che im- aprì: ‘Ha osservato i vecchi?’ chie- plora una signora elegante ‘Mi man- plora una signora elegante ‘Mi man- di all’ospedale, signora. Mi mandi se. ‘Quali vecchi?’ ‘Tutti. In questi di all’ospedale, signora. Mi mandi giorni i vecchi sono straordinaria- all’ospizio, signora, qui sono di peso, all’ospizio, signora, qui sono di peso, mente gen tili, pazienti, servizievoli. non posso più fare niente, non posso non posso più fare niente, non posso Lo sa il perché?’ ‘Nel giorno della più servire a niente’. Accanto a Buz- più servire a niente’. Accanto a Buz- Entruempelung’ spiegò ‘le famiglie zati la diavolessa capo commenta: zati la diavolessa capo commenta: “Ha allattato la mamma. Ha fatto da hanno il dovere di eliminare i pesi “Ha allattato la mamma. Ha fatto da bambinaia alle figlie, sta tirando su i inutili. Perciò i vec chi vengono bambinaia alle figlie, sta tirando su i sbattuti fuori con le immondizie e nipotini, cinquant’anni a servire nella nipotini, cinquant’anni a servire nella i ferrivecchi.’ La guardai sbalordito. stessa casa. Si è rotta il femore. Ades- i ferrivecchi.’ La guardai sbalordito. stessa casa. Si è rotta il femore. Ades- ‘Mi scusi, signora... lei non ha pau- so sta a vedere’. I nipotini gridano: ‘Mi scusi, signora... lei non ha pau- so sta a vedere’. I nipotini gridano: ra?’ ‘Ragazzaccio!’ esclamò ridendo. ‘E’ arrivato il dottore. E’ arrivato il ra?’ ‘Ragazzaccio!’ esclamò ridendo. ‘E’ arrivato il dottore. E’ arrivato il dottore. Adesso il dottore guarirà la ‘Io dovrei aver paura? Paura di che? ‘Io dovrei aver paura? Paura di che? dottore. Adesso il dottore guarirà la Paura di essere sbattuta nell’immon- Tata!’ Sempre gridando, spalancano 21 Tata!’ Sempre gridando, spalancano Paura di essere sbattuta nell’immon- la finestra, spingono il letto accanto dizia? Sa che questa è magnifica!’ Ri- dizia? Sa che questa è magnifica!’ Ri- la finestra, spingono il letto accanto igiene urbana deva con giovanile abbandono”. alla finestra: ‘Un po’ di aria buona igiene urbana alla finestra: ‘Un po’ di aria buona gennaio-marzo 2012 Poi chiama il nipote e la sua giovane Poi chiama il nipote e la sua giovane per la Tata’ gridano. ‘Adesso ve’ che moglie e ride con loro: ‘Mi ha chie- moglie e ride con loro: ‘Mi ha chie- bel salto fa la Tata’. In tre donne e bel salto fa la Tata’. In tre donne e sto se per l’Entruempelung io avevo cinque bambini danno una tremen- sto se per l’Entruempelung io avevo residui di lunghe travagliate da spinta alla vecchia, fuori dal letto, sul paura! Se avevo paura di essere... di paura! Se avevo paura di essere... di residui di lunghe travagliate da spinta alla vecchia, fuori dal letto, sul essere... Non trovi che è bellissima?’ Ma coabitazioni, masserizie abiti intime ver- davanzale, ancora più in là. ‘Viva la Tata!’ non riderà più di lì a poco. gogne giunte all’ultimo stadio dell’usura. gridano. Di sotto l’orribile tonfo”. Poco dopo a Buzzati capita di assistere Guardai in su, era un falansterio immenso Scene analoghe, e anche più crudeli, si direttamente al conferimento e allo sgom- e cupo che toglieva la luce, con centomila ripetono. Ma alla fine a Buzzati capita di bero della spazzatura: “Ci fu uno strepito- opache finestre. Poi mi accorsi di un sacco incontrare di nuovo la prima vecchia in so sommovimento nella notte fra il 14 e il che si muoveva da solo per interni svoglia- cui era incappato. E’ a tavola che cena 15 maggio. Ruggiti di camion, tonfi, sbat- ti contorcimenti. E ne veniva una voce: con il nipote, la giovane moglie e i loro timenti, cigolii. Al matti no quando uscii ‘Oh, oh!’ faceva, sotto messa, rauca, rasse- due bambini. Chiacchierano commise- era come se ci fossero state le barricate: gnata. Mi guardai intorno spaventato. Una rando quei poveri vecchi. Fino a che non dinanzi a ogni casa, sul marciapiedi, am- donna al mio fianco, con una grande borsa arrivano due erculei inservienti comunali mucchiata, una congerie di rifiuti di ogni da spesa, ri gonfia di ogni ben di Dio, mi che intimano alla vecchia di seguirli. “Se- genere, mobili sgangherati, scaldabagni notò: ‘Cosa vuole che sia? Uno di quelli. guire dove? A quest’ora? E perché?’ Zia arruggi niti, stufe, attaccapanni, vecchie Un vecchio. Era ora, no?’ Un ragazzetto Tussi è pallida come la morte, si guarda stampe, pellicce sdrucite, le mi serie nostre dal ciuffo protervo si è avvicinato al sacco intorno smarrita col presentimento orren- abbandonate sulla spiaggia dalla risacca e sferra un calcio. Risponde un mugolio do, fissa il nipote invocando. Ma i nipoti dei giorni, la lampada passata di moda, gli cavernoso. Da una drogheria esce una pa- non fiatano. ‘Poche storie’ fa uno dei due antichi sci, il vaso slabbrato, la gabbietta drona sorridente con una secchia colma inservienti. ‘Qui c’è tanto di firma di suo vuota, i libri che nessuno ha letto, la stin- d’acqua, appressandosi al sacco che len- nipote, tutto è in perfetta regola’. ta bandiera nazionale, i pitali, il sacco di tamente brontola: ‘È dall’alba che questo La trascinano via, “giù per le scale, la- patate marce, il sacco di segatura, il sacco mi rompe l’anima. L’hai goduta la vita, no? sciando che sbatta malamente di gradino di dimenticata poesia! Mi trovavo dinanzi Cosa pretendi ancora? E prendi questo!’ in gradino, con un brutto rumore di ossa. a una montagnola di armadi, sedie, can- Così dicendo ha rovesciato il secchio d’ac- Gianni, Fedra e i due bambini non si sono terani sfondati, pratiche di ufficio nelle qua sull’uomo chiuso nel sacco, il quale è mossi di un centimetro. Ora lui dà un lun- loro grosse cartelle, bi ciclette di antichi vecchio, stanco, non può fornire un nor- go sospiro. ‘Meno male, anche questa è tempi, cenci innominabili, putrefazioni, male quoziente di produttività, non è più fatta’ dice riprendendo a mangiare. ‘Buo- gatti morti, water infranti, indescrivibili capace di correre, di rompere, di odiare, no questo spezzatino”.