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RIFIUTI MARINI TERZA PAGINA riori o superiori a 2,5 cm, bottiglie e conte- nitori di bibite, tappi e coperchi, pacchetti di patatine, caramelle, bastoncini colorati per lecca-lecca, pezzi di rete e retine, di misura sia inferiore che superiore ai 50 cm. Tra i rifuti non in plastica più frequenti, invece, compaiono mozziconi di sigaretta, conteni- tori in tetrapack, lattine e tappi di bottiglia in metallo. Anche lo studio effettuato dall’asso- ciazione salentina Contronda nell’ambito del progetto fnanziato da “Bollenti Spiriti” della Regione Puglia, ha portato agli stessi risultati. In questo caso non si è provvedu- to a una catalogazione secondo il metodo OSPAV come in Veneto, ma l’azione era tesa a differenziare e avviare a riciclo il materiale raccolto durante le campagne, tenendo con- to del fatto che alcuni rifuti non avrebbero potuto essere riciclati a causa del grado di deterioramento determinato dal mare. Di 27 seguito il report di Contronda, estrapolato igiene urbana da un presentazione: «Sono state indette 5 igiene urbana aprile-giugno 2015 giornate per la raccolta rifuti (a settembre 2011, a ottobre, a dicembre, a febbraio e a marzo) presso la baia delle Orte (Otranto). 466,3 kg i rifuti raccolti, di cui il 58% sono rifuti puliti differenziati in plastica, il 14% bottiglie di vetro, il 3% alluminio/metalli, e il 25% rifuto indifferenziato. Tra questi ultimi circa 10 kg di tappi in plastica e oltre 20 kg di scarpe non riutilizzabili». Secondo l’associazione Contronda ci sono vari aspetti che andrebbero messi in rilievo. In primo luogo alcuni dei rifuti spiaggiati pro- venivano da vari paesi del Mediterraneo: è stata trovata ad esempio una bottiglia per l’acqua in plastica proveniente dall’Albania, una bottiglia di birra in vetro di provenienza israeliana e una croata, un contenitore di ketchup proveniente dalla Turchia, un barat- tolo di yogurt dalla Grecia e un pneumatico con la scritta “Sava” (made in Yugoslavia). Altro aspetto interessante, secondo Contron- da, è l’accumulo di rifuti marini in tempi relativamente brevi e il fatto che in genere si sottostima la loro presenza perché il più delle volte si nascondono sotto le banquette di posidonia oceanica o si mescolano ai pezzi di legno. Il problema dei rifuti marini ‘internazionali’ è stato affrontato nel “Piano regionale per la gestione dei rifuti marini del Mediter-
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