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LETTURA TERZA PAGINA che nei cassonetti non avevano trovato posto. piazzare la spazzatura sotto il fungo di ferro de, i vetri delle bottiglie che tutti quanti quas- Poi il camion ripartiva e il bibì si esauriva”. e non più nello stanzone, deve averlo fatto sú bevono e rompono per rompere il respiro Fase Cinque: la raccolta nel Quartiere olandese perché si vergognava. Già, la spazzatura va dell’acciaieria di là del canale, e tira vento e di oggi. “Un paio di anni fa hanno cambiato nascosta. Ma qui, nel quartiere olandese dove il vento alza le cartacce e le plastiche legge- sistema. Ora la spazzatura si getta in una specie vivo, é impossibile nascondere la spazzatura, re. I sacchetti di plastica restano per qualche di grosso fungo di ferro che emerge di mezzo le strade ne sono piene, di cartacce, cocci di tempo impigliati alle fronde degli alberi, e metro dal suolo, i sacchetti entrano nella bocca vetro che fniscono tra il mattonato delle stra- vengono sbattuti come aquiloni”. del fungo e cadono con tanto di tonfo in una cisterna di ferro. Il camion, due volte alla set- timana si ferma accanto al fungo, bibì, frecce d’emergenza, l’uomo vestito di arancione - ora lavora da solo - manovra su un pannello che porta appeso al collo, e il braccio di una gru si muove, aggancia il fungo, lo sradica dal suolo assieme all’intera cisterna come fosse un dente e il cassone del camion raccoglie tutto quanto. Sto lì, a guardare, come vent’anni fa. La tuta arancione dell’uomo assomiglia a quelle dei prigionieri di Guantanamo. Anche la sua pelle è scura come quella dei prigionieri di Guan- 31 tanamo”. igiene urbana Fase Sei: la nostalgia. “Starei qui… a ricor- igiene urbana aprile-giugno 2015 dare le volte in cui tornato al paesino, dove il Comune ha messo cassonetti colorati dapper- tutto, mi prende una malinconia fnale e scen- do sotto il ponte, nel burrone dove un tempo si gettava la spazzatura e sto lí a cercare vecchie tracce ancora salve, pile, barattoli arrugginiti, cocci di piatti interrati, vetri”. Fase Sette: è sempre spazzatura. “Da sempre, l’odore che sento in bocca quando mi sveglio è l’odore di lei e mi dico che dev’essere così perché l’ho sognata. E’ spazzatura”. O, in un altro passo: “la memoria é nient’altro che la spazzatura ammucchiata, e quella che ci re- sta da portar via ogni mattino è la memoria Meccanico e aspirante del futuro”. E in fn dei conti, rimugina tra sé Marino Magliani, “Non faccio un lavoro troppo diverso dall’uomo vestito di arancione, LE NOSTRE SPAZZATRICI STRADALI mi occupo anch’io di spazzatura, di storie, le accumulo in casa, le uso, ne uso i prodotti come fossero buste di insalata, cartoni di salse, della roba che trovo nel supermercato che è là fuori, sui marciapiedi, traggo il possibile, a volte non mi piace proprio la storia e allora la getto, assieme ad altre parti, a frasi, a parole, a volte riciclo. A volte mi vergogno di cosa getto, A batteria mi dico sei un genio, l’avessero certi scrittori zeroemission questo materiale. E tu lo getti. A volte invece mi vergogno se certe storie non le getto”. Ma la spazzatura è un materiale onnipresente e onnicomprensivo: “Anche chi ha deciso di www.isalsweepers.com www.isalsweepers.com I ISAL s.r.l. con Unico Socio - via Modena, 42/B - CORREGGIO (RE) Italy - isal@isalsrl.itSAL s.r.l. con Unico Socio - via Modena, 42/B - CORREGGIO (RE) Italy - isal@isalsrl.it
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