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TERZA PAGINA LETTURA una storia intimistica della spazzatura di Guido Viale “Da sempre, l’odore che sento in bocca quando mi sveglio è l’odore di lei Da sempre, l’odore che sento in bocca quando mi sveglio è l’odore di lei “ e mi dico che dev’essere così perché l’ho sognata. E’ spazzatura. Queste sono le frasi che getterei ecco, le eliminerei subito con un semplice Queste sono le frasi che getterei ecco, le eliminerei subito con un semplice gesto su questa tastiera come fa l’uomo arancione manovrando sul pannello gesto su questa tastiera come fa l’uomo arancione manovrando sul pannello che porta al collo”. di quella che oggi chiamiamo gestione dei Ossessionato dalla spazzatura che attraversa di quella che oggi chiamiamo gestione dei rif uti o - meglio - la loro raccolta, dalle fasi 30 in qualche modo la sua vita dall’infanzia rif uti o - meglio - la loro raccolta, dalle fasi trascorsa in un paesino dell’Abruzzo al quar- più elementari (ed oggi, persino in Italia, in- più elementari (ed oggi, persino in Italia, in- tiere Olandese di una città sul mare del Nord concepibili) a quelle più evolute del quartiere concepibili) a quelle più evolute del quartiere igiene urbana igiene urbana aprile-giugno 2015 dove abita attualmente, ma soprattutto da Olandese. L’odore della memoria si fa forte per qualche un ossessivo parallelismo tra il modo in cui Fase Uno: il paese di origine. “Penso al paesi- minuto prima di sparire. Da sempre, certa- ci si sbarazza della spazzatura insieme a un no dal quale è cominciata la mia spazzatura. mente da quando l’uomo del motocarro si pezzo, o a una testimonianza della propria Erano anni in cui se ne produceva meno di portava via un pezzo di me senza liberarmi vita e l’attività dello scrittore, che butta con- adesso e il Comune non metteva cassonetti, la da quel collegio, mi piace pensare alla f gura tinuamente via storie di vita che ha raccolto spazzatura si gettava in due punti, all’ingresso dell’operatore ecologico come a quella del per dar corpo ai suoi racconti, ma ne trattiene del paese, da un ponte, che scendeva sulle roc- mio boia”. solo poche, e anche di quelle si dispiace spesso ce e si ammucchiava sul letto del torrente e la Fase Tre: la vita del vagabondo. “Quante vol- di non essersi sbarazzato, Marino Magliani prima piena invernale portava tutto al mare, te hanno rotto i miei sogni. Ricordo quando ha dato corpo a queste sue ossessioni in un o a metà paese, la spazzatura si gettava attra- ancora si chiamavano spazzini e le loro ciarle breve racconto – La spazzatura – pubblicato verso un buco in una rete e scendeva lungo sonnolente agitavano gli stornelli nella fronda in un’antologia di racconti e pezzi musicali un burrone e ogni tanto il messo comunale dei pini marittimi e delle palme, e mi sve- di vari autori dal curioso titolo: Attenzione, ci gettava un po’ di benzina, un f ammifero e gliavano nelle stazioni di tutto il mondo, nei uscita operai, No replay editore, 2007. “Un si allontanava”. giardini pubblici, nelle scarpate, sotto i ponti libro a più voci - ci avverte la quarta di coper- E f n da allora la, chiamiamola così, gestione sotto i quali mi ero riparato”. tina - che, partito da un progetto comune, ha dei rif uti si intreccia con la vita dell’autore: Fase Quattro: la vecchia raccolta nel quartie- coinvolto scrittori e musicisti: un’opera collet- “E’ molto probabile che la prima volta in cui re Olandese. “Vent’anni fa, quando mi sono tiva, nata dal desiderio di divertirsi e divertire, da bambino sono uscito di casa da solo sia fermato a vivere nel palazzo più brutto di que- capace di denunciare situazioni che solo dieci stato per gettare della spazzatura. Diventò, sto quartiere olandese il camion si fermava anni fa non avremmo considerato accettabili. tra i lavoretti che mia madre mi faceva fare, davanti al portone della spazzatura, perché Una canzone per ogni racconto, un racconto quello preferito. Una volta gettato mi fermavo f no a poco tempo fa la spazzatura aveva un per ogni professione. Il risultato è un’antolo- a guardare i colori della spazzatura, a rico- portone, e scendevano due uomini con una gia corale, ironica e tagliente, e un cd dalla noscere la mia, al ritorno lavavo il secchio tuta arancione, si apriva una bocca nel casso- musica semplice e mai banale. Entriamo nel- alla fontana, e per tutto il giorno mi restava ne del camion e gli uomini uscivano dal por- la vita di autisti, parrucchieri e spazzini, ma nel respiro quell’odore, come mi succede ora tone coi cassonetti, li agganciavano, la bocca anche di onorevoli e pubblicitari, per scoprire quando torno dal mare”. tritava tutto. Un’immagine finale, che mi che in fondo siamo tutti, ugualmente, lavo- Fase Due: il collegio. “Anche in collegio, per perseguitava. Pensavo a C’era una volta in ratori. Ed è proprio a loro che questo libro dà un periodo, ottenni ‘l’impiego’ della spazza- America, l’ex bandito, poi politico in odore di voce: Attenzione, uscita operai”. tura, portavo i sacchi al cancello, un uomo scandalo, che sceglieva di sparire nel camion Ma seguiamola - a ritroso nel tempo, perché il li caricava sul motocarro e stavo lì, gli occhi della spazzatura. Svuotata la spazzatura, ai racconto è fatto di ricordi - la trasformazione chiusi, a sentire l’odore che si allontanava. due uomini non restavano che alcuni oggetti