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gestione Conferenza mondiale di rio Rio+20: un’occasione sprecata? di Giuseppe De Marzo* A 20 anni dal primo vertice della Terra, il summit Rio+20 lascia deluso chi aveva sperato in scelte adeguate alla dimensione dei rischi ambientali che incombono sul pianeta. Ne è venuto fuori, invece, una versione della green 34 economy interamente fondata sulla “finanziarizzazione” dei beni igiene urbana ambientali. La lotta per una vera igiene urbana luglio-settembre 2012 svolta ambientalista e culturale nelle mani dei movimenti. Dal 15 al 22 giugno si è svolta in Brasile la sti principi vennero elaborati documenti za, della termodinamica e dell’entropia, conferenza mondiale Rio+20 per lo svilup- molto importanti, tra cui la dichiarazione la scienza già da anni ci aveva messo in po sostenibile. Come tutti gli appuntamenti di Rio, quella sulla foreste e l’agenda 21. guardia. Sin dal 1972 il dibattito sulla ne- internazionali degli ultimi venti anni, anche Strumenti fondamentali che hanno imple- cessità di cambiare modello di sviluppo per questo si è chiuso con un gigantesco fal- mentato le convenzioni approvate proprio costruire una relazione armonica, giusta e limento. Una tragedia, se si pensa che era a Rio de Janerio. Parliamo di quella sui sostenibile con gli altri viventi aveva ispi- questo l’unico spazio multilaterale da cui cambiamenti climatici, dalla quale sareb- rato una discussione iniziata attraverso il potessero arrivare gli impegni per rispon- be scaturito più avanti l’accordo di Kyoto, famoso testo pubblicato in quell’anno dal dere alla più grave minaccia per l’umanità: della convenzione sulla diversità biologica titolo emblematico “The Limits to Growth”, la crisi ecologica. e di quella sulla desertificazione. Le dele- i limiti della crescita. Il Club di Roma chie- gazioni governative finalmente riconosce- deva a illustri scienziati dell’MIT di Boston Rio 1992 vano i limiti della crescita economica e le di fare il punto. Donella H. Meadows, L’incontro si teneva a venti anni di distan- contraddizioni di un modello che avrebbe Dennis L. Meadows, Jorgen Randers e za dal primo summit della Terra tenutosi portato l’umanità e il pianeta alla catastrofe William W. Behrens III, gli autori dello sempre nella città carioca. La conferenza ecologica e sociale. Il lascito culturale più studio, non avevano dubbi sull’inevitabilità del 1992 era stata importantissima non solo rilevante della conferenza di Rio del 1992 del cambiamento. Sostenere un modello per le aspettative di cui era investita, ma è stato proprio aver compreso la relazione di sviluppo fondato sulla necessità della per i risultati politici ottenuti. Con quella profonda tra natura umana e natura non crescita economica infinita a fronte di un conferenza veniva finalmente riconosciuta umana, fondata sulla reciprocità, l’interdi- pianeta con risorse finite ci avrebbe por- la relazione diretta tra il modello di svilup- pendenza e la complementarietà. tato alla catastrofe. Ragionamento che del po e la salvaguardia dell’ambiente. Rio 1992 resto comprenderebbe anche un bambino. viene ricordata per i principi nuovi adottati I limiti della crescita Sono dunque passati 40 anni in realtà dal dalla comunità internazionale: il principio Non siamo il centro del mondo e non sia- momento in cui la “materia” è diventata di di precauzione, il diritto all’informazione mo nemmeno il centro della vita. Dei limiti dominio pubblico ed è stata restituita al e alla partecipazione, la responsabilità co- del pianeta, dell’urgenza di stabilizzare i giudizio dell’etica e della politica, piuttosto mune ma differenziata. A partire da que- nostri stili di vita sulle leggi della resilien- che della tecnica e della scienza.